Era sabato, e invece di arrendersi mia madre mi stava obbligando di partecipare a una festa dell’associazione di beneficenza delitti madri-figlie: le Nick Naker, le amanti del decoupage.
Sfortunatamente c’erano tre posti liberi e il solo pensiero di poterne occupare uno mi faceva stare male. Perché le Nick Naker non erano ossessionate dall’aiutare i senzatetto. Erano ossessionate dalla plastica. La plastica era il potere d’acquisto delle Palos Verdes. Per diventare una mamma PV riconosciuta dovevi sfoggiare un corpo da sballo e un’American Express nera. Nessuno dei due guadagnati con una giornata di lavoro. Per una mamma PV lavorare significa allenarsi, arredare una stanza o fare decoupage. E mia madre mi avrebbe dato il tormento finché non fosse diventata una di loro.
Come sempre ero impotente di fronte ai “delicati” modi di mia madre. Stranamente lo ero anche di fronte a quella casa che sembrava appartenesse a qualcuno disturbato mentalmente. O peggio. All’incarnazione del diavolo. Oh merda. Ero a casa di Sadie Saxton.
Sadie: -Devi essere crudele per essere gentile!
T: -Perché quell’espressione mi suona familiare?
J: -E’ il numero 7 della lettera.
T&J: -Sadie ha scritto la lettera!
Bellissima? Opinabile. Devota? Nessuna obbiezione. Sadie era devota a rendere la mia vita un inferno.
La madre della mia nemica. Darlene sembrava simpatica, forse Sadie era stata adottata.
Aveva senso, per essere una stronza patentata doveva essere astuta, e per essere astuta devi essere intelligente.
Il diario mi intrigava, eppure non pensavo fosse giusto leggerlo.
Quando è troppo è troppo. Ero stanca di essere impotente di fronte alla feroce cattiveria di Sadie. Era il momento di sparare le mie cartucce da bastarda. Anche perché in mano non avevo solo il diario di Sadie, ma il suo diario alimentare. E l’unica cosa che Sadie non vuole far sapere: il suo peso.
All’improvviso avevo una via d’ingresso, o una via d’uscita se non l’avessi detto a mia madre. Ma io sono una cogliona.
A quanto pare le cattive ragazze non maturano, invecchiano soltanto.
Sadie mi aveva fregata, e io ero finalmente pronta alla vendetta perfetta. O ancora no.
Diario di Sadie: I fluffernuts sono la mia debolezza e io odio me stessa.
Sadie non odiava soltanto me, odiava anche se stessa. Era impotente contro l’etichetta della cicciona quanto lo ero io contro quella della finta suicida. Possibile che avessimo qualcosa in comune?
Diario di Sadie: -Jenna Hamilton è una stronz-secca.
Fanculo. Dovevo abbattere quella stronza.
[A scuola]
Sadie: -Come ti sei sentita a prendere in giro quei poveretti?
Lissa: -Senza cuore, magari?
J: -T, sai di che cosa ho voglia oggi? Di fluffernutters, ho davvero un debole per quei panini.
Sadie: -Tu, schifosa…
J: -Stronz-secca?
Sadie: -Ridammi il mio diario o renderò la tua vira miserabile.
J: -Beh, in un certo senso già lo fai, quindi perché non mi rendi la vita migliore? Che ne dici di assicurarmi l’entrata nelle NIck Naker?
Sadie: -E perché invece non te ne vai a fanculo? Lo rivoglio e basta.
J: -Come lo vuoi? Affisso in tutta la scuola o caricato sul web?
T: -Potremmo farne una copia, che dici?
J: -Questa è una grande idea, bisogna condividere i tesori.
Sadie: -Tu non ne hai il coraggio.
J: -Bisogna essere crudeli per essere gentili. Non ringraziarmi.
Ero scesa a patti per mia madre, e ora era il momento di pensare a me stessa.
Sadie: -Se ti avessi scritto una lettera cattiva sarei stata felice di firmarla.
Stava dicendo la verità. Ma se non l’aveva scritta Sadie quella lettera chi era stato? Se il potere di Sadie era quello di essere crudele, io avevo deciso che il mio era quello di essere gentile. E io le devo molto.
SMS Matty: Posso vederti stasera?
SMS Jake: Possiamo parlare?
Il potere era un gioco a somma zero. Se permetti a qualcuno di prenderlo lo farà. Matty aveva tutto il potere nella nostra relazione perché io glielo permettevo, ma le cose stavano per cambiare.
